Carmelo Arezzo

Presentazione alla mostra personale alla galleria il Sagittario
Comiso 5/19 Febbraio 1984.

“Interno con bambola” ripesca in memoria il mito dell’infanzia, e fa della bambola infagottata nelle trine la istintiva proiezione di una ingenuità defraudata. Si interroga, poi, sulla vacuità di un erotismo di carta, nei riflessi accennati di una piega, su una parete che sembra vergognarsi (più che la modella) della sua nudità. Ripropone la sapienza di un arredamento datato “senzatempo” e segnato da una patina di irrisolta precarietà. Sembrano quelli di questo quadro di Lo Presti (ma un po’ tutti i mobili e gli oggetti d’arredamento delle altre sue composizioni) mobili in attesa di essere imballati per un nuovo incerto trasloco. Lungo il triangolo delle presenze che affollano la tela, al centro, nella solitudine pensosa di un bicchiere in attesa (da quando? da sempre?) sul comodino; nel vuoto caotico di tante presenze che hanno preferito assentarsi; così, esemplificando la quotidiana, forse anche banale, incapacità ad essere integralmente se stessi, Lo Presti va alla ricerca di un nuovo dialogo per un nuovo, diverso, mondo.       
Allora, forse, le coperte dei letti perderanno gli spiegazzamenti atroci degli incubi; le sedie torneranno ad affollarsi di conversazioni; le mani potranno stringere altre mani; e Forse Massimiliano troverà la forza di costruirsi, intorno ad un nuovo uscio di casa, un’altra voglia di realizzarsi.